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Daniel Craig regala all’agente 007 una nuova immagine

Sugli schermi Daniel Craig veste i panni da duro nel ruolo di James Bond, senza però trasmettere l’immagine da macho di alcuni dei suoi predecessori. Riesce a creare un nuovo agente segreto contemporaneo.

Nei panni dell’agente segreto 007, Daniel Craig interpreta l’uomo forte, ma rinuncia volentieri agli atteggiamenti da macho tipici dei suoi predecessori. Perché il comportamento sessista di Connery e degli altri 007 è in netto contrasto con il trattamento rispettoso delle differenze di genere che viene richiesto oggi.

«Mi piace l’idea che ci sia un nuovo tipo di uomo: intelligente, sensibile e diplomatico», spiega l’attore britannico in un’intervista alla rivista GQ. E non ha dubbi: «Il gentiluomo dei nostri tempi si batte per l’uguaglianza di genere. Ha rispetto per l’altro sesso.» Considera il macho come un modello di uomo superato. «Credo che il tipico macho sia ridicolo agli occhi delle donne moderne», ha dichiarato in un’intervista alla rivista «Cosmopolitan». Ma questo non significa che l’uomo moderno non possa essere un duro, se necessario. «Ma è anche sensibile e responsabile.»

Troppo tenero? Niente affatto.

La sua versione di James Bond è stata ben accolta, sia dal pubblico che dalla critica cinematografica. Un fatto davvero sorprendente, dato che all’inizio della sua carriera nei panni di 007, l’attore inglese era molto controverso. Si diceva che fosse troppo biondo, troppo basso, troppo tenero, troppo noioso per questo ruolo. Gli era stato affibbiato il soprannome dispregiativo «James Blond». Ma già con il suo primo ingaggio come agente segreto in «Casino Royale» del 2006, Craig ha dimostrato a chi lo criticava che sa rendere giustizia al ruolo dell’agente segreto, anche se in modo diverso rispetto ai suoi predecessori. E lo fa di proposito, come spiega in un’intervista alla rivista «Empire»: «Perché quello che non potevo fare, e che non volevo fare, era ripetere ciò che era già stato fatto prima. Che diavolo di senso avrebbe?»

Daniel Craig è riuscito a dare al personaggio di James Bond un’interpretazione più contemporanea. Sarà interessante vedere come salverà il mondo nel suo quinto film della serie di James Bond «No Time to Die» nei panni di un eroe d’azione moderno senza atteggiamenti da macho.

Le sette peggiori battute da macho

I predecessori di Daniel Craig come Sean Connery, Pierce Brosnan o Roger Moore erano tutti affascinanti ma anche decisamente macho. Sicuramente non sentirete pronunciare queste battute dall’ultimo Bond.

1. Dalla Russia con amore (1963) con Sean Connery

Bond: «Devo dirtelo con fascino occidentale: sei la donna più bella che abbia mai visto.»
Tatiana Romanova: «Grazie, ma forse ho la bocca troppo grande.»
Bond: «No, è della grandezza giusta, almeno per me.»

2. Goldfinger (1964) con Sean Connery

Lei: «Mi chiamo Pussy Galore.»
Bond: «Forse sto sognando.»

3. Thunderball (Operazione tuono) del 1965 con Sean Connery

Bond: «Che bel fucile. Forse è più adatto a una donna.»
Emilio Largo: «Si intende di fucili, signor Bond?»
Bond: «No, mi intendo un po’ di donne.»

4. Si vive solo due volte (1967) con Sean Connery

Tiger Tanaka: «In Giappone, gli uomini vengono primi, le donne seconde.»
Bond: «Ecco dove mi ritirerò in futuro.»

5. Una cascata di diamanti (1971) con Sean Connery

Bond: «Quell’incantevole tocco di nulla che ha quasi addosso.»

6. L’uomo dalla pistola d’oro (1974) con Roger Moore

Bond: «Hmm, di mio gusto.»
Mary: «Che cosa?»
Bond: «Quello che indossi. Qualcosa che sia stretto nei punti giusti. E senza troppi bottoni.»

7. Bersaglio mobile (1985) con Roger Moore

Bond: «Beh, mia cara, vedo che passi molto tempo in sella.»
Jenny Flex: «Sì, adoro cavalcare di prima mattina.»
Bond: «Guarda, io sono una persona mattiniera.»

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